Per almeno sei secoli, la storia del borgo di Vigoleno è stata strettamente legata a quella della famiglia Scotti, una delle più importanti casate nobiliari del Piacentino.
L’origine certa della famiglia risale al XIII secolo. Alcuni documenti tardo-medievali tentarono di nobilitare ulteriormente la genealogia degli Scotti, facendoli discendere dalla famiglia scozzese dei Douglas, ma oggi gli storici considerano queste affermazioni prive di fondamento. Più realisticamente, gli Scotti emergono come una famiglia ricca e influente grazie ai commerci e all’attività bancaria nella Piacenza comunale. Lanfranco, figlio di Davide, fu uno dei primi membri documentati della famiglia e capostipite di diversi rami, tra cui quelli di Vigoleno, Sarmato, Fombio e Castelbosco.
La famiglia, di parte guelfa, fu protagonista della vita politica locale e creò una propria società, la Societas Scotorum, che operava nel settore bancario a livello internazionale, con piazze di scambio a Genova e altrove.
I loro ingenti profitti permisero agli Scotti di investire in un vasto patrimonio fondiario, rimasto in gran parte intatto fino al XIX secolo. Una figura di spicco fu Alberto Scotti, figlio di Giovanni, che nel 1290 fu eletto capitano del popolo e signore di Piacenza. Ambizioso, riuscì per un breve periodo a estendere il proprio dominio fino a Milano e Bergamo, ma fu infine sconfitto dai Visconti. Nonostante le sue alterne fortune, a lui si deve l’avvio della costruzione del Palazzo Gotico di Piacenza, uno dei simboli più noti della città.
Nel corso del Quattrocento, i discendenti degli Scotti ottennero titoli e feudi da autorità imperiali e ducali, tra cui quelli di Vigoleno, Castell’Arquato e Fiorenzuola. Tuttavia, la loro signoria fu contesa e spesso minacciata da famiglie rivali come gli Arcelli Fontana e dai Piccinino.
Dopo momenti di esilio e confisca, gli Scotti riuscirono a riacquisire i loro domini, anche grazie alla Casa Farnese, che concesse loro il titolo di marchesi di Vigoleno. La famiglia mantenne il possesso del castello fino alla fine dell’Ottocento.
Ma la storia di Vigoleno non inizia con gli Scotti. Il borgo ha origini antiche: era già un castrum in epoca romana, e nel X secolo esisteva una fortificazione usata per difendere e controllare il confine tra Piacenza e Parma. Il castello subì numerose distruzioni durante le guerre tra Guelfi e Ghibellini, e fu ricostruito più volte. L’attuale struttura risale al 1389, quando Francesco Scotti ottenne dal Duca di Milano il permesso di riedificarlo. Nel 1404 il borgo fu elevato a contea.
Nei secoli successivi, il castello e il borgo furono coinvolti in scontri militari, espropri e passaggi di proprietà. Solo nel XVI secolo gli Scotti rientrarono stabilmente in possesso dei loro feudi. Il castello, nel tempo, passò poi a diversi proprietari nel corso del Novecento.
Vigoleno, tuttavia, non è solo una fortezza o un simbolo nobiliare: è un borgo vivo, fatto di storia popolare, fede e lavoro. I suoi abitanti ebbero un ruolo importante nella raccolta del sale a Salsominore, un’attività fondamentale per la conservazione degli alimenti.
La chiesa di San Giorgio, al centro del borgo, testimonia la devozione delle comunità locali: al suo interno si conservano affreschi medievali di grande pregio, che rivelano il legame di Vigoleno con i principali movimenti artistici dell’Italia duecentesca, da Giotto all’Antelami.
Nel Cinquecento, il conte Alessandro Maria Scotti Douglas promosse il restauro dell’oratorio sulla piazza della fontana, confermando il coinvolgimento della famiglia anche nella vita religiosa e culturale del borgo.
Di quel periodo è anche il protiro della chiesa di San Giorgio, oggi non più visibile ma documentato in antiche fotografie. Il borgo di Vigoleno si inserisce in un paesaggio ricco di castelli e presidi fortificati, simboli di un passato complesso e affascinante. La sua storia è fatta di potere, arte, spiritualità e operosità: un racconto che ancora oggi si riflette nei suoi vicoli, nelle sue pietre e nella memoria viva della sua comunità.