L'antica chiesa di Castelletto

Appena fuori dall’abitato di Castelletto, salendo verso Vezzolacca, su un piccolo poggio che costeggia l’antica via che dalla pianura conduce al Passo del Pelizzone e poi oltre, verso il mare, sorge una chiesa con una storia millenaria dedicata a S. Andrea Apostolo.

Fu nel 1167 che gli abitanti del luogo, con il sostegno di Albertus, abate della potente Abbazia di Tolla, eressero qui la loro chiesa. 

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Nei secoli successivi, la chiesa di Sant’Andrea subì varie vicissitudini. Nel 1618, dichiarata pericolante, fu interdetta: il parroco trasferito altrove e i fedeli autorizzati a frequentare le parrocchie vicine. Ma la comunità di Castelletto non si arrese. 

Nell’autunno dell’anno seguente, terminati i lavori agricoli, cominciarono a costruire una nuova chiesa, a soli trentacinque passi da quella antica. Il nuovo edificio fu completato il 2 dicembre 1619 e consacrato nel febbraio del 1620. Così si chiudeva una lunga vicenda: la vecchia chiesa, come una quercia consumata dal tempo, era caduta, ma dalle sue radici era nata una nuova pianta, destinata a durare.

Ma il tempo che passa vince sempre, e anche la nuova chiesa andò deteriorandosi, fino a quando, il 25 maggio 1947, fu celebrata l’ultima funzione, un battesimo, prima che venisse definitivamente sostituita da una nuova parrocchiale nel centro  di Castelletto. 

La solenne consacrazione della nuova segnò l’inizio di una nuova fase per l’antica chiesa, della quale però nessun cronista, parroco o notaio ha più scritto. Sconsacrata e abbandonata, fu adibita dapprima a fienile, poi, con lo spopolamento del paese, nascosta da una vegetazione sempre più fitta, divenne facile preda del saccheggio e del tempo.

Negli anni ’90 nacque l’Associazione Culturale “Amici dell’Antica Chiesa di S. Andrea in Castelletto”, che si è impegnata per il recupero di questo importante monumento storico e di fede.

Molto è stato fatto, ma restano ancora da consolidare i muri e sistemare l’area circostante e i percorsi di accesso, affinché questo luogo possa tornare a essere uno spazio di preghiera, meditazione e incontro.

Oggi, contemplando il paesaggio incorniciato dagli squarci di queste antiche mura, si coglie il senso profondo di questo luogo. Qui riposano generazioni di donne e uomini che per oltre otto secoli hanno abitato questo lembo di Appennino.

E si comprende come anche una piccola, povera, chiesa di montagna, pur in rovina, possa raccontare una storia lunga, vera e nobile quanto quella di una grande cattedrale.

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La Valle di Tolla, terra libera e mai conquistata, un tempo punteggiata da abbazie, castelli, torri e rocche, oggi conserva solo l’antica chiesa di Sant’Andrea. Ancora lì, tra la terra e il cielo, continua a custodire il passato e a indicare, silenziosamente, la via verso il futuro.

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